Quando si apprende o si utilizza una lingua, uno degli approcci più comuni (e problematici) è quello di tradurre parola per parola.
Seppur molto usato da chi studia o parla una lingua straniera, questo metodo non è sempre efficace. Al contrario, può portare a gravi errori e incomprensioni che compromettono la qualità della comunicazione.
Ma che insidie ci sono dietro la traduzione diretta? Perché non basta tradurre per imparare o utilizzare una lingua? E come possiamo migliorare il nostro inglese per parlare in modo naturale?
In questo articolo esploreremo i pericoli della traduzione diretta e l’importanza del pensare in inglese, vedendo come evitare gli errori comuni e acquisire maggior fluidità.

Grammar translation: una metodologia datata
Il metodo di Grammar Translation, che un tempo era utilizzato per insegnare le lingue classiche come il latino e il greco, si è esteso anche all'insegnamento delle lingue moderne.
Questo approccio si concentra sullo studio delle regole grammaticali e sulla traduzione di testi, con un forte focus sulla struttura linguistica piuttosto che sull'uso pratico della lingua.
L'apprendimento avviene prevalentemente attraverso l'analisi di frasi tradotte e la memorizzazione delle regole grammaticali.
Un approccio che genera un processo di "ancoraggio": parole, periodi e sintassi della lingua straniera vengono ancorati a quelli della lingua target.
Da ciò derivano una serie di problematiche che esamineremo successivamente.
Oltre ad esse, questo metodo è limitato per una cruciale lacuna: non prepara a comunicare in situazioni reali.
Ed è questo il motivo per cui spesso non si acquisisce fluidità e si fa fatica a parlare inglese.
In una circostanza naturale, una persona che parla una lingua non si limita ad applicare regole grammaticali: deve anche capire il significato delle parole in base al contesto, alla cultura e all'uso quotidiano.
Di contro, la traduzione diretta spesso non coglie le sfumature di significato che una parola o una frase può avere in un contesto specifico.
Il Grammar Translation Method, dunque, non facilita l'apprendimento del linguaggio orale, rendendo difficile acquisire una lingua in modo fluido e naturale.
Le moderne metodologie di insegnamento, come il Communicative Language Teaching (CLT) e il Task-Based Language Teaching (TBLT), mettono al centro l’interazione pratica.
Con queste tecniche gli studenti imparano la lingua in un contesto di comunicazione reale, concentrandosi non solo sulla grammatica, ma anche sulla comprensione e sull'uso efficace della lingua in situazioni quotidiane.

Perché la traduzione parola per parola porta a errori e incomprensioni?
Seppur possa sembrare una strategia semplice, la traduzione parola per parola è inefficace ed estremamente pericolosa per chi si approccia ad una lingua: errori e incomprensioni sono dietro l'angolo!
Perché?
In primo luogo, ogni lingua ha una propria sintassi (ossia l'ordine delle parole), che varia notevolmente tra le lingue.
Ad esempio, in italiano è comune invertire l'ordine soggetto-verbo-oggetto in alcune frasi, come nel caso delle domande.
Invece in inglese la struttura sintattica è molto rigida, per cui la traduzione diretta non sempre si adatta.
Inoltre, i significati delle parole in diverse lingue non corrispondono sempre in modo preciso.
Alcuni termini hanno significati o usi diversi a causa di differenze culturali, storiche e linguistiche.
Ad esempio, l’espressione inglese "I'm good at playing the piano" non può essere letteralmente tradotta come "sono buono a suonare il piano”.
Infatti in italiano non si usa "buono" per indicare la competenza o abilità in qualcosa, ma si usa "bravo" o "abile".
Infine, la traduzione parola per parola è inefficace perché non permette di catturare le sfumature di significato che sono insite nelle espressioni idiomatiche e nelle frasi colloquiali.
E' quando si suol dire "lost in translation".
Approfondiamo di seguito questo argomento esplorando alcuni esempi che mettono in luce quanto la traduzione parola per parola sia inefficace: può non solo essere imprecisa, ma addirittura completamente fuorviante.

Esempi di frasi che non si possono tradurre letteralmente
Le lingue non sono entità statiche ed anonime: riflettono culture, tradizioni e percezioni della realtà di un popolo.
Questo significa che molte espressioni non sono facilmente traducibili da una lingua all'altra. Un concetto che esiste in una lingua potrebbe non avere una corrispondenza diretta in un’altra, o potrebbero essere reso con altre parole.
Le espressioni idiomatiche e i modi di dire rendono evidente come la traduzione parola per parola sia inefficace.
Infatti queste frasi non si prestano a una traduzione letterale, ma richiedono una comprensione profonda della lingua e della cultura per essere tradotte in modo appropriato.
Per dirne qualcuna:
La frase “Essere in gamba” non può essere tradotta come “To be in the leg,” ma viene resa con “To be smart” o “To be capable.”
Un altro caso tipico riguarda l’espressione italiana “Fare una figuraccia.”
Se provassimo a tradurla letteralmente diremmo “To make a bad figure,” ma in inglese la traduzione idiomatica sarebbe “To make a fool of oneself,” che rende meglio l’idea di fare una brutta impressione.
Facciamo un ulteriore esempio.
In italiano si può dire “Sono al verde,” ma tradurre letteralmente questa espressione in inglese come “I am at the green” non avrebbe alcun senso.
La forma corretta sarebbe “I am broke,” che esprime lo stesso concetto in modo idiomatico e con parole diverse.
Un modo di dire in inglese è "It's raining cats and dogs" per indicare che sta piovendo molto forte.
In italiano potremmo dire che piove a catinelle, ma sicuramente non usiamo la stessa espressione e il riferimento agli animali.
La traduzione diretta sarebbe incorretta… e anche un po’ strana diciamolo.
Un'espressione radicata culturalmente e intraducibile parola per parola è anche "Chi dorme non piglia pesci".
Questa frase, che nella cultura italiana significa che chi non si dà da fare non ottiene risultati, può essere espressa in modo simile con "You snooze, you lose" o "No pain, no gain".
Ma non esistente un equivalente esatto! La traduzione letterale è impossibile!

Il problema dei falsi amici
Oltre alle espressioni intraducibili parola per parola, un altro ostacolo insito nella traduzione diretta riguarda i falsi amici.
Si tratta di parole fuorvianti, che sembrano simili tra due lingue, ma che in realtà hanno significati molto diversi.
I false friends rappresentano una delle difficoltà principali per chi studia una lingua, generando errori comuni e conseguenti incomprensioni.
Tali errori sono ancor più indotti dalla traduzione diretta, che come visto induce al pericoloso processo di ancoraggio tra due lingue.
Un esempio classico di falso amico è la parola inglese "actually", che non significa "attualmente" come verrebbe da ipotizzare, ma piuttosto "in realtà" o "veramente."
Ecco che l'assonanza con l'italiano spinge verso un significato che nulla ha a che fare con quello effettivo!
Un altro esempio di false friend riguarda la parola "sympathy", che in italiano può essere tradotta come “simpatia,” ma che in inglese assume sfumature di significato differenti.
Infatti essa indica “compassione” o “pietà”, non “simpatia” nel senso di affabilità o piacevolezza.
Tra i più frequenti falsi amici vi è "eventually", che trae facilmente in inganno perché ricorda la parola "eventualmente". Ma il suo significato è "alla fine", che nulla c'entra con la possibilità che qualcosa accada.
Altro caso frequente è il verbo inglese “to attend”, che in italiano non significa “attendere,” ma “frequentare” (come in “attend a class” – frequentare una lezione).
Si può facilmente immaginare la grande incomprensione che si viene a creare se si traduce “to attend” come “attendere"! Magari si finisce per aspettare una lezione invece di parteciparvi!
Questi false friends sono trappole comuni che è bene evitare per non cadere in errori imbarazzanti!
Il primo passo? Evitare la traduzione diretta!

Strategie per pensare direttamente in inglese e migliorare la fluidità
Pensare direttamente in inglese è una delle competenze più difficili da acquisire per chi studia una lingua.
Infatti, molti studenti si trovano a tradurre mentalmente ogni parola prima di esprimersi, il che rallenta la loro capacità di parlare fluentemente.
La soluzione a questo problema è quella di adottare tecniche che stimolino il pensiero diretto nella lingua target.
Vediamo come farlo:
- Immergersi nella lingua.
Per sviluppare la capacità di pensare in inglese, è necessario esporsi alla lingua il più possibile.
L’ideale sarebbe vivere nel luogo in cui è parlata la lingua, così da immergersi non solo negli aspetti linguistici ma anche in quelli culturali. A 360 gradi.
In alternativa: anche guardare film e serie TV in inglese, leggere libri, seguire podcast, aiuta a familiarizzare con il linguaggio quotidiano, le espressioni idiomatiche e il modo in cui la lingua viene utilizzata.
Con il tempo, il cervello comincerà a riconoscere direttamente il significato delle parole e delle frasi in inglese, riducendo la necessità di tradurre letteralmente.
- Parlare senza tradurre mentalmente.
Quando si pratica la conversazione in inglese, è importante non fermarsi a tradurre ogni singola parola nella propria lingua madre.
Una volta acquisita una buona base di vocabolario e grammatica, prova a pensare direttamente in inglese, senza passare per l’italiano.
Anche se commetterai errori, non preoccuparti: l’obiettivo è migliorare la fluidità e la spontaneità nel parlare.
- Memorizzare frasi, non singole parole.
Imparare intere frasi piuttosto che singole parole aiuta a sviluppare una mente più orientata alla lingua straniera.
Le frasi comuni, quelle spesso utilizzate nella comunicazione quotidiana, sono un ottimo punto di partenza.
Memorizzarle e praticarle ti aiuterà a esprimerti più naturalmente, senza dover fare il passaggio mentale di tradurre ogni singola parola.
- Fare esercizi di scrittura e conversazione.
Esercitarsi nella scrittura e nella conversazione ti porterà necessariamente a pensare in inglese.
Cominciare con brevi scritti, come un diario quotidiano in inglese, è un ottimo primo passo. Di pari passo fai pratica con conversazioni che, seppur semplici, aiutano a prendere confidenza con la lingua.
Questo ti aiuterà a sviluppare una maggiore fluidità e una migliore comprensione del contesto linguistico, senza dover tradurre mentalmente.
- Non aver paura degli errori.
Gli errori sono una parte naturale del processo di apprendimento. Non avere paura di commetterli, poiché ogni errore è una lezione che ti avvicina a migliorare nella lingua.
Quando parli in inglese, cerca di non tradurre e non preoccuparti troppo della grammatica perfetta. Concentrati invece sul comunicare il tuo messaggio in modo chiaro ed efficace.

Conclusioni
In conclusione, come visto, tradurre letteralmente non basta per imparare una lingua.
Per parlare in modo naturale e fluido, è fondamentale sviluppare la capacità di pensare direttamente nella lingua che stiamo apprendendo.
Abbandonare il vecchio approccio della traduzione e adottare metodologie che enfatizzano l'uso pratico della lingua, l'ascolto, la lettura e la conversazione quotidiana, è il modo migliore per evitare errori comuni e migliorare le proprie competenze linguistiche.
Solo così si può realmente apprendere l'inglese in modo naturale e senza cadere nelle trappole della traduzione diretta.
Siamo qui per aiutarti a raggiungere questo obiettivo!
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