La domanda, oggi, non è più: “Possiamo usare l’IA per comunicare in inglese?”
Quella l’abbiamo superata da un pezzo.
La domanda vera è un’altra:
“Dove ci conviene davvero usare l’intelligenza artificiale per le lingue, e dove invece può farci più male che bene?”
Spoiler: ogni volta che c’è un essere umano dall’altra parte, soprattutto in un contesto internazionale rilevante, competitivo, ad alta posta in gioco… vale la pena fare molta attenzione.
L’inglese – e più in generale le lingue straniere – sono spesso il primo punto di contatto tra un’azienda e il resto del mondo.
Un errore nel modo in cui comunichi può significare perdere credibilità, opportunità, clienti o interi contratti.
Ne vale la pena?
In un’epoca in cui chatbot, traduttori automatici e sistemi di generazione testi stanno diventando strumenti quotidiani, la domanda che molte aziende ci fanno è:
“Ha ancora senso investire nella formazione linguistica? O basta l’AI?”
Vediamolo insieme, in modo chiaro, concreto e basato su casi reali.

Cosa può fare bene l'IA nelle lingue (e lo fa già oggi)
L’intelligenza artificiale ha rivoluzionato la comunicazione internazionale su molti fronti.
Ci sono attività in cui la tecnologia non solo funziona bene, ma rappresenta un enorme vantaggio competitivo.
Ecco dove l’AI dà il meglio:
1. Tradurre documenti interni velocemente
Per procedure, manuali, linee guida e materiali che non escono dall’azienda, la traduzione automatica è ormai affidabile e rapidissima.
Strumenti come DeepL, ChatGPT, Google Translate garantiscono una qualità sorprendentemente alta, soprattutto per testi standardizzati o ripetitivi.
Perfetti per abbattere tempi e costi: velocità e nessuna spesa abbinati alla disponibilità immediata. Sì, benissimo purché non ci sia nessun impatto sul brand (cioè finché il testo non arriva al cliente ma rimane interno all’azienda).
2. Correggere e riscrivere e-mail interne
Non è un segreto: molti professionisti oggi passano bozze di e-mail attraverso strumenti come Grammarly, ChatGPT, Wordtune.
Il risultato?
Testi più chiari, puliti, con una grammatica impeccabile.
Finché l’e-mail resta interna o a basso rischio, va benissimo così.
3. Supportare la redazione di contenuti in lingua
Per blog aziendali, articoli, comunicazioni marketing di bozza, l’intelligenza artificiale è un ottimo alleato.
Genera rapidamente un testo iniziale, permette di risparmiare tempo e facilita il lavoro dei team marketing e comunicazione.
Poi però serve sempre un umano per la revisione finale: tono di voce, accuratezza, coerenza con il brand.
4. Offrire micro-training personalizzati
Applicazioni come Duolingo, Mondly, Elsa Speak stanno integrando l’AI per personalizzare i percorsi, proporre esercizi mirati e correggere pronuncia e grammatica in tempo reale.
Sono strumenti utili, pratici, motivanti; soprattutto per ripassare, fare pratica quotidiana, migliorare specifiche competenze tecniche, mantenere attivo il vocabolario.
Ma raramente bastano per migliorare le competenze comunicative necessarie in un contesto professionale complesso e internazionale.
In sintesi: l’IA è potentissima… ma solo se l’output non va al cliente!
Quando il testo resta dentro l’azienda → OK
Quando l’IA è un supporto e non una “sostituzione” → OK
Quando serve rapidità e l’impatto è basso → OK
Ma appena l’AI diventa il portavoce del brand, della credibilità dell’azienda, dell’immagine professionale, i rischi aumentano. Anche molto.

Dove l'IA diventa inaffidabile (o addirittura dannosa) per il business
Ed eccoci alla parte che interessa davvero chi lavora in contesti internazionali:
quando l’intelligenza artificiale nelle lingue non è solo inaffidabile, ma addirittura controproducente.
1. Localizzazione automatica di siti web: un rischio concreto
Molte aziende si affidano alla traduzione automatica del sito per “fare in fretta” l’ingresso in un nuovo mercato.
Risultato?
Spesso un disastro sottovalutato.
Gli errori più comuni della localizzazione automatica, da cui è bene guardarsi:
- Traduzioni letterali che alterano il messaggio del brand (ne risente la credibilità aziendale)
- Termini giuridici tradotti senza controllo (occhio ai rischi legali)
- Toni fuori contesto (troppo formali in UK, troppo informali negli Stati Uniti, troppo diretti in Asia)
- Incoerenza terminologica tra pagine
- Claim aziendali snaturati
Esempi reali?
Un’azienda di moda italiana ha visto la frase “Made to measure” (“Realizzato su misura”) trasformata in “Fatto per misurare” – traduzione che ha fatto crollare la percezione premium.
Una tech company ha tradotto automaticamente un disclaimer legale e si è ritrovata con un testo invalido dal punto di vista normativo. Risultato: revisione totale e lancio rimandato.
2. Chatbot per il servizio clienti: quando l’AI peggiora la customer experience
Molte aziende stanno sperimentando chatbot per ridurre i costi dell’assistenza.
Ma quando il robot entra in contatto con clienti reali, in lingue reali, con problemi reali… accade che:
- Il bot non capisce il contesto
- Dà risposte generiche
- Crea frustrazione
- Danneggia l’immagine del brand
Il caso più famoso? Klarna.
L’azienda aveva annunciato con entusiasmo un sistema di customer service basato quasi interamente sull’IA.
Risultato: un boom di lamentele, errori, incomprensioni, escalation.
Così forte che l’azienda è tornata sui suoi passi, reintegrando assistenza umana.
La lezione per tutti:
Un cliente arrabbiato non vuole parlare con un algoritmo.
3. Comunicazione in tempo reale: riunioni, trattative, negoziazioni
Gli strumenti di traduzione simultanea in tempo reale stanno facendo progressi, certo.
Ma siamo lontani dal “traduttore universale” di Star Trek.
I problemi principali:
- Latenza (quel secondo di ritardo che in una trattativa vale oro)
- Imprecisioni che cambiano il senso di una frase
- Incapacità di cogliere sfumature, impliciti, ironia, tono
- Impossibilità di leggere linguaggio non verbale e adattarsi di conseguenza
- Totale mancanza di empatia
Pensaci un attimo: durante una call, basta che l’AI interpreti male un “should” come un “must” per dare un obbligo al posto di un’opzione.
E le conseguenze commerciali possono essere pesanti.
4. Delegare presentazioni, pitch commerciali ed e-mail di vendita
L’AI sa scrivere, sì.
Ma non sa vendere, non nel senso umano del termine.
Non conosce strategia, contesto, psicologia dell’interlocutore.
E soprattutto non sa assumersi la responsabilità di ciò che dice.
Alcune aziende hanno tentato di far generare all’IA:
- Pitch deck
- Presentazioni
- Offerte commerciali
- E-mail di prospecting
I problemi più comuni riscontrati?
- Tono troppo generico
- Value proposition annacquata
- Promesse inesatte o troppo ambiziose (→ rischio legale)
- Messaggi non allineati al posizionamento del brand
In vendita, la precisione è una questione di fiducia.
E la fiducia non si automatizza.
5. Gestione di team internazionali
Coordinare persone richiede:
- Ascolto attivo
- Sensibilità culturale
- Capacità di leggere tra le righe
- Leadership situazionale
Un algoritmo, oggi, non può farlo.
E se un manager delega all’IA la comunicazione in lingua, rischia di perdere autorevolezza.

E quindi: la formazione linguistica aziendale ha ancora senso?
Dipende dall’obiettivo.
Se l’obiettivo è solo:
- Leggere e-mail
- Capire documenti tecnici
- Orientarsi in un testo scritto
Allora sì, l’IA può svolgere gran parte del lavoro.
E sarebbe inutile negarlo.
Ma se l’obiettivo è:
- Vendere
- Convincere
- Gestire persone
- Negoziare
- Parlare con clienti
- Costruire relazioni internazionali
- Rappresentare il brand all’estero
…allora la formazione linguistica non solo ha senso:
è un asset strategico.
Perché la formazione linguistica non è sostituibile?
Perché una lingua non è solo parole. È capacità umana.
Oggi la formazione linguistica è – o dovrebbe essere – molto più di un semplice “corso di inglese”.
È un percorso che sviluppa:
1. Soft skills in lingua
Comunicare non significa solo parlare.
Significa:
- Persuadere
- Adattarsi all’interlocutore
- Fare domande
- Negoziare
- Gestire obiezioni
- Disinnescare conflitti
- Raccontare una storia
Nessuna IA ti insegna a essere convincente durante una trattativa.
2. Consapevolezza culturale
Molti problemi nelle relazioni internazionali non nascono dalla lingua, ma dal cultural gap.
Esempio: un manager giapponese può interpretare un “we’ll try” come un impegno formale.
Un manager americano lo leggerà come un “probabilmente non lo faremo”.
Questo l’AI non lo sa.
E non può insegnartelo.
3. Capacità di relazione
Costruire fiducia è un processo umano.
E richiede autenticità, connessione, presenza.
Un cliente si fida di chi sa parlare con lui, non di chi rimanda tutto a un bot.
4. Accountability e continuità
Quando studi con un formatore umano:
- Ti presenti
- Ti impegni
- Segui un percorso
- Hai qualcuno che monitora i progressi
- Ricevi feedback reali
- Mantieni la motivazione nel tempo
L’AI è utilissima come supporto, ma non può sostituire la responsabilità reciproca che nasce tra trainer e studente.

La nostra filosofia: AI + Human = meglio!
L’intelligenza artificiale è una tecnologia straordinaria.
E in Intuition la usiamo ogni giorno, ma nel modo giusto:
Come la usiamo
- Per creare materiali personalizzati
- Per selezionare contenuti autentici (podcast, articoli, video)
- Per generare esercizi mirati
- Per adattare il percorso ai progressi reali dello studente
- Come supporto per l’esposizione quotidiana alla lingua
Come NON la usiamo
- Per sostituire il ruolo del trainer
- Per correggere tutto in automatico
- Per creare lezioni “fotocopia” per tutti
- Per automatizzare la relazione didattica
La tecnologia potenzia la formazione: non la sostituisce.
Perché l’essenza resta umana: empatia, esperienza, capacità di ascolto, adattamento.
Tutto ciò che fa la differenza quando l’obiettivo non è solo “parlare inglese”, ma comunicare davvero.

Conclusione
Se l’inglese ti serve solo per leggere e-mail…
Ok, lascia che ci pensi l’IA.
Ma se l’inglese ti serve per far crescere il tuo business, rappresentare la tua azienda, parlare con clienti reali, negoziare accordi, guidare team internazionali…
Allora la domanda è un’altra:
Davvero vuoi delegare la tua credibilità, le tue vendite e il tuo rapporto con il cliente a un robot?
Parliamone.
Insieme possiamo capire dove la tecnologia può aiutarti davvero — e dove invece è meglio investire nelle persone.
CONTATTACI