Come dare feedback in inglese in modo professionale ed efficace


Di

Immagina un manager italiano che, dopo aver ricevuto un report in ritardo, dice ad un dipendente inglese: “This is not acceptable” …
Qual è il risultato?
Nel giro di pochi minuti si ritrova con un impiegato offeso e demotivato.
 
Dare feedback in inglese è un’arte sottile e spesso molto diversa dalla comunicazione italiana.
Un approccio diretto come quello sopra può non essere efficace o addirittura controproducente in un contesto interculturale.

In questo articolo vedremo esempi pratici, strategie chiare e differenze culturali fondamentali per evitare fraintendimenti.

 Scopri come dare un feedback professionale inglese davvero costruttivo ed efficace!

 

feedback-inglese-soft-skill

 

Perché il feedback è una soft skill cruciale (soprattutto in inglese)

Il feedback inglese non è solo un insieme di parole, un riscontro o un commento: è molto di più.
Non si tratta solo di correggere o lodare qualcuno, quanto invece di una vera e propria soft skill inglese, fondamentale nel mondo del lavoro internazionale.
Perché?

La comunicazione efficace è una delle competenze trasversali sempre più ricercate perché è in grado di fare la differenza.
Infatti, un feedback ben formulato può migliorare la collaborazione all’interno del team, rafforzare la motivazione dei colleghi e contribuire in modo concreto alla crescita professionale.

Ma per farlo in modo efficace serve qualcosa in più del semplice vocabolario: serve innanzitutto una buona dose di consapevolezza interculturale.
Comunicare in inglese al lavoro richiede una comprensione profonda non solo della lingua, ma anche dei codici culturali che la accompagnano.

Quando si lavora con team globali, è facile imbattersi in malintesi e fraintendimenti che non nascono da cosa si dice, ma da come lo si dice.

Un messaggio che in Italia può sembrare diretto e professionale, in un contesto anglosassone rischia di apparire troppo brusco.
Allo stesso tempo, un feedback vago o generico (“good job”) può lasciare il destinatario confuso e senza indicazioni reali su come migliorare.

In alcune culture, per esempio in Asia, il feedback negativo viene raramente espresso in modo diretto: l’obiettivo è “salvare la faccia” e mantenere l’armonia del gruppo.
In altri contesti, come negli Stati Uniti, la chiarezza è apprezzata ma va sempre accompagnata da rispetto e spirito costruttivo.

Imparare a muoversi tra queste differenze è fondamentale per chi lavora in ambienti internazionali, ed è proprio qui che il feedback in inglese diventa una vera e propria arte.

 

feedback-errori-comuni

 

Tre errori comuni quando si dà un feedback in inglese

Proprio perché non sempre si è preparati a navigare in queste differenze culturali, spesso accade di commettere errori che rendono il feedback in inglese inefficace e controproducente.
Vediamo quali sono i più comuni (così da evitarli):

  1. Essere troppo diretti → si rischia di sembrare aggressivi

    Un messaggio come “Your report was late and unacceptable” può sembrare offensivo in certi contesti culturali: suona duro e crea risposte difensive.
    Anche se l’intenzione era solo quella di segnalare un problema, il modo scelto è inefficace.

    Magari in Italia commentare “questo non va bene” può essere accettabile, nessun dramma. Ma in altre culture, specialmente in quelle dove è importante “save face”, il linguaggio diretto viene percepito come attacco personale.

    Il risultato?
    Il messaggio viene respinto e il rapporto professionale può incrinarsi.
    Il rischio è di demotivare l’interlocutore senza dargli alcuno spunto costruttivo.

     
  2. Essere troppo vaghi → “good job” non basta

    Un altro errore frequente è usare espressioni troppo generiche come “Well done” o “Good job” senza aggiungere dettagli. Di fatto, non si sta comunicando nulla di concreto.
    Anche se suonano incoraggianti, queste frasi non aiutano chi le riceve a capire cosa, esattamente, ha funzionato bene: cosa è bene replicare, dove migliorare, come procedere?

    Un feedback efficace, invece, deve essere specifico e orientato all’azione, offrendo indicazioni chiare su ciò che è stato fatto correttamente e su come continuare a crescere.
    È proprio questo che fa la differenza tra una comunicazione efficace ed una che non lo è.

     
  3. Tradurre letteralmente dall’italiano→ e le differenze culturali?

    Un errore molto comune tra i professionisti italiani è quello di “trasferire” in inglese frasi tipiche del nostro modo di comunicare, senza adattarle né dal punto di vista linguistico né culturale.
    Il problema non è solo grammaticale: si rischia di usare espressioni che in inglese suonano strane, fuori luogo o addirittura offensive.

    Per esempio, tradurre “Hai fatto un buon lavoro” con “You have done a good job” può sembrare corretto, ma suona eccessivamente formale o poco naturale in un contesto anglosassone, dove si direbbe piuttosto “You did a great job” o “Nice work on that project”.
    Ancora peggio, usare frasi come “You must improve this” – traduzione diretta di “Devi migliorare questo” – può risultare troppo imperativa o autoritaria.

    La sfida è duplice: non solo tradurre correttamente, ma soprattutto comunicare nel modo giusto per quella cultura, evitando rigidità e ambiguità che possono compromettere il messaggio.

 

feedback-professionale-inglese-frasi

 

Frasi utili per dare feedback professionali in inglese

Capito cosa evitare, vediamo ora qualche spunto utile ed efficace.
Ecco alcune frasi utili per strutturare un feedback professionale inglese, ognuna con il suo tono e il suo punto di forza.


Feedback positivo: riconoscere con chiarezza

“I really appreciated how you handled the client's concerns—it showed initiative and clarity.”
Questa frase non si limita a dire “bravo”, ma evidenzia cosa è stato fatto bene (la gestione del cliente), come è stato fatto (con iniziativa e chiarezza) e perché è apprezzato. Il tutto in un tono professionale e riconoscente.
 

“Your presentation was clear and engaging—especially the way you structured the key points.”
Questa frase va oltre il complimento generico: riconosce un aspetto concreto (struttura dei punti chiave) e rafforza la motivazione del destinatario.
 

“Nice work on the report—your summary helped clarify the main issues for everyone.”
È una formula informale ma professionale, molto usata nei contesti anglosassoni. Evidenzia un impatto pratico (“per tutti”) e mostra che il lavoro è stato utile, non solo “ben fatto”.

 

Feedback costruttivo: incoraggiare il miglioramento

“One thing that could help next time is ensuring the data is double-checked before submission.”
Inizia con una formula gentile e costruttiva (“One thing that could help…”), che suona come un consiglio e non una critica. Specifica l’ambito di miglioramento e suggerisce un’azione concreta.
 

“We have room for improvement in how we communicate updates across teams.”
Questa frase è efficace perché si esprime in forma inclusiva (“we”) e non punta il dito. Inoltre, evita giudizi personali e si concentra sul processo da migliorare.
 

“I'm not sure if that’s the best approach—perhaps we could explore another option together?”
Una frase tipicamente “soft” nello stile inglese, che evita il conflitto e apre un dialogo. L’uso del “perhaps” e della proposta collaborativa (“together”) riduce la percezione di giudizio.
 

“It might be worth rethinking the structure to make it more user-friendly.”
Invece di dire “This isn’t good”, suggerisce un possibile cambiamento con tatto e flessibilità. L’uso di “might be worth” è tipico dell’inglese diplomatico e professionale.

 

Feedback strategico: orientare alla crescita

“To take this to the next level, you might consider adding some client testimonials.”
Formula molto comune nei team anglofoni: indica che il lavoro è già buono, ma che c’è spazio per migliorarne l’impatto. “You might consider…” suona come un suggerimento costruttivo, non un ordine.
 

“Your analysis is solid—what could make it even stronger is a short visual summary.”
Qui il messaggio è potenziante: si parte dal positivo (“solid”) e si propone un miglioramento (“even stronger”) che aggiunge valore.
 

“You've done a great job managing the timeline—now it might be useful to involve the client earlier in the process.”
Ottimo esempio di feedback misto: valorizza un risultato ottenuto (gestione del tempo) e suggerisce un’azione proattiva futura. La transizione con “now it might be useful…” è morbida ma chiara.


Questo tipo di frasi – più morbide, strutturate e orientate al miglioramento – evitano fraintendimenti, tutelano la “faccia” e rendono il feedback più efficace.


Perché funzionano?

  • Evitano il confronto diretto, che in molte culture può essere percepito come minaccia.
  • Specificano comportamenti osservabili, non giudizi sulla persona.
  • Usano un linguaggio inclusivo e collaborativo, che stimola il dialogo.
  • Bilanciano riconoscimento e orientamento al miglioramento, senza mettere sulla difensiva.

 

feedback-tip-box

 

Pro-tip box: frasi da evitare e alternative efficaci

Anche quando si ha un buon livello di inglese, è facile inciampare in frasi che – pur corrette grammaticalmente – risultano troppo dure, vaghe o semplicemente inadatte al contesto professionale internazionale.

Ecco un elenco di espressioni comuni da evitare, con suggerimenti pratici su come riformularle per comunicare in modo chiaro, costruttivo e professionale.
 

Frase da evitare

Alternativa efficace

 

💡 Perché funziona meglio

“This is not acceptable.”

“I noticed this isn't aligned with expectations. Let’s look at how we can address it.”

 

Evita il giudizio assoluto e coinvolge il team nella soluzione.

“You did it wrong.”

“There’s a different approach that might work better here—shall we try it?”

 

Sostituisce il giudizio con una proposta concreta e collaborativa.

“Good job.”

“You handled the client call really well—your calm tone made a big difference.”

 

Specifica cosa è stato fatto bene, aumentando l’impatto del feedback.

“You must be more careful.”

“Let’s find a way to make sure we catch this kind of detail next time.”

 

Trasforma la critica in un piano d’azione condiviso.

“You always make the same mistake.”

“I’ve noticed this has happened a few times—how can we tackle it together?”

 

Riduce il tono accusatorio e apre alla collaborazione.

“This report is a mess.”

“There are a few areas where we can improve clarity—let’s review them together.”

 

Meno emotivo, più orientato alla soluzione.

“That’s not how we do things.”

“Usually, we approach this slightly differently—want me to walk you through it?”

 

Spiega la differenza senza far sentire l’altro in errore.

“Why did you do that?”

“Can you walk me through your reasoning? I’d like to understand your thinking.”

 

Trasforma un confronto potenzialmente conflittuale in un dialogo aperto.

 

feedback-differenze-culturali 

 

Differenze culturali da tenere a mente - con esempi pratici

Dare feedback in inglese in un contesto professionale significa anche sapersi adattare alle diverse aspettative culturali che regolano la comunicazione nei vari paesi.
Ogni cultura ha infatti il proprio modo di gestire l'autorità, il confronto e la critica.
Vediamo alcune differenze e strategie culturali:
 

Italia
In Italia il feedback tende a essere piuttosto diretto, soprattutto all’interno delle gerarchie aziendali.
Non è raro sentire espressioni come “questo non va bene” o “devi migliorare”, dette anche con tono deciso.

Tuttavia, l’uso del tono può variare molto in base al contesto e al grado di formalità. In ambienti più tradizionali, chi ha un ruolo di leadership si sente spesso autorizzato a parlare in modo più diretto, anche senza “cuscinetti” linguistici.



Regno Unito
Nel mondo anglosassone, e in particolare in UK, il feedback è spesso indiretto e molto attenuato. Le critiche vengono ammorbidite con formule linguistiche come “perhaps”, “I wonder if…”, o “would it make sense to…?”.
Anche quando il messaggio è negativo, l’obiettivo è salvaguardare la relazione e l’autostima dell’interlocutore.
Un manager britannico, ad esempio, difficilmente dirà “this is wrong”, preferendo invece qualcosa come: “There might be a better way to approach this.”

Una delle tecniche più usate nel mondo anglosassone è il cosiddetto “feedback sandwich”: si apre con un commento positivo, si inserisce la parte costruttiva al centro, e si chiude con un’altra nota positiva.
Esempio:

  • “You did a great job organizing the event.” (positivo)
  • “Next time, we might want to double-check the invitations list.” (costruttivo)
  • “Overall, your energy and attention to detail really made it a success.” (positivo)

Questa struttura permette di equilibrare la comunicazione e ridurre l’impatto della parte critica, aiutando chi riceve il feedback a rimanere ricettivo invece di sentirsi attaccato.


 

Stati Uniti
Negli Stati Uniti il feedback è generalmente più diretto rispetto al Regno Unito, ma è anche spesso orientato alla motivazione (“You showed great initiative; next time be mindful of deadlines—let’s talk about how to improve”).
Le critiche vengono incorniciate con messaggi positivi e un linguaggio energico, volto al miglioramento e alla crescita.

Si tende a separare il giudizio sul lavoro dalla persona, il che rende possibile essere franchi senza risultare offensivi. Una frase come “You did great on the presentation—next time, try to keep the slides simpler” è molto comune.



Germania
In Germania il feedback è tipicamente chiaro, diretto e basato sui fatti.
Non c’è particolare attenzione a “cuscinetti” linguistici, ma allo stesso tempo il tono rimane professionale.
Dire le cose come stanno, senza troppi giri di parole, è visto come un segno di rispetto e competenza.

Tuttavia, ciò che può sembrare efficienza tedesca, in altri contesti può essere percepito come freddezza o durezza.
Ad esempio, un feedback come “This was not on time. That needs to improve.” è perfettamente accettabile in un contesto tedesco, ma potrebbe risultare troppo brusco per un interlocutore britannico.

Capire queste differenze è essenziale per evitare fraintendimenti e costruire relazioni di lavoro efficaci e durature.


Per orientarsi, un punto di riferimento utile è il framework sviluppato da Erin Meyer nel libro The Culture Map, che analizza come le culture differiscono, tra le altre cose, nel modo di dare feedback.

Meyer individua otto scale culturali, tra cui una dedicata proprio al modo di dare valutazioni: la scala va da feedback diretto a feedback indiretto.
Secondo questa mappa:

  • Germania, Paesi Bassi, Israele tendono verso un feedback diretto: la chiarezza viene prima della forma, e criticare apertamente non è visto come scortese, ma come onesto e produttivo.
     
  • Regno Unito, Giappone, Cina, Indonesia si trovano sul versante opposto, preferendo un feedback indiretto, dove le critiche sono mitigate o addirittura velate da formule ambigue e toni molto soft.
     
  • USA si trovano in una posizione intermedia: il feedback può essere diretto, ma spesso incorniciato in un tono positivo e motivazionale.
     
  • Italia e Francia tendono a essere più dirette rispetto al Regno Unito, ma meno “brutali” della Germania.

Questa scala è fondamentale per chi lavora in team internazionali: ciò che per un tedesco è chiarezza, per un britannico può sembrare scortesia; ciò che per un giapponese è discrezione, per un americano può risultare evasività.

 

corsi-feedback-inglese-professionale

 

Il tuo feedback professionale: i nostri corsi di formazione

Nel corso business English con soft skills di Intuition, lavoriamo su:

  • Framework strutturati per dare e ricevere feedback in inglese, basati su esempi reali.
     
  • Simulazioni e casi di studio: chi partecipa simula conversazioni reali, riceve feedback e apprende nuove frasi da utilizzare.
     
  • Esercizi interculturali: i partecipanti praticano situazioni in cui il feedback deve adattarsi al contesto culturale (UK, USA, Germania, Cina...).
     
  • Supporto continuo: materiali scaricabili, quiz sul tono e sul lessico, e sessioni di follow-up per consolidare l’apprendimento.

Questa metodologia blended combinata garantisce che il feedback professionale inglese diventi naturale e sistematico nel lavoro quotidiano dei team.

 

Conclusione

Ti invitiamo a riflettere su come dai feedback oggi: sono troppo diretti, troppo vaghi o traduzioni letterali dall’italiano? Potrebbero generare fraintendimenti culturali o demotivare i tuoi collaboratori internazionali.

Se stai pensando che un corso di comunicazione in inglese possa aiutare il tuo team a fare il passo successivo, ti suggeriamo di richiedere un check‑up linguistico: analizzeremo il livello di comunicazione attuale e ti proporremo un percorso su misura, magari con il nostro programma Blended Business + Soft Skills.

Contattaci per scoprire come possiamo aiutare il tuo team a padroneggiare il feedback in inglese in modo efficace, professionale e culturalmente appropriato.

CONTATTACI

Iscriviti alla Newsletter.

Per essere aggiornato su tutte le nostre novità.

Torna al nostro Blog.

Visita il nostro blog e scegli l’articolo da leggere.