Quando studiamo una lingua straniera, gli aspetti strettamente linguistici sono sicuramente quelli che ci appaiono come più evidenti e fondamentali. In realtà, l’uso corretto della lingua non costituisce di per sé una garanzia che il messaggio arrivi a destinazione in modo efficace. La cosiddetta intercultural competence gioca un ruolo fondamentale nell’apprendimento della lingua e nell’efficacia del suo utilizzo nelle situazioni autentiche di vita quotidiana o di contesti lavorativi. La competenza comunicativa interculturale è legata alla conoscenza delle diversità nelle abitudini, nei sistemi di valori e di credenze, oltre ad una serie di aspetti paralinguistici che identificano le caratteristiche di uno o più individui come membri di una comunità. Come sostiene Hofstede, i partecipanti ad uno scambio comunicativo in un contesto multiculturale, dovranno essere capaci di riconoscere e impiegare i simboli degli appartenenti alle altre culture, accettando e partecipando ai loro rituali[1].
Una comunicazione efficace in lingua straniera in un contesto multiculturale dovrà tenere in conto i seguenti elementi:
- presa di coscienza della diversità e autoconsapevolezza
- apertura mentale, resilienza e flessibilità
- sviluppo delle conoscenze e abilità comunicative per operare in un dato contesto
Nel panorama della globalizzazione dei mercati, i manager e i dipendenti devono essere preparati per operare una comunicazione virtuosa all’interno del team multinazionale nel quale lavorano e all’esterno con i team multinazionali delle imprese con le quali intrattengono rapporti di varia natura. Nei vari rapporti di consulenza, joint venture, competizione e negoziazione, colui che avrà sviluppato competenze interculturali avrà maggiori possibilità di successo.
Conseguenze per lo studio di inglese
L’insegnamento dell’inglese, in quanto lingua franca delle relazioni internazionali, rischia di venire privato delle sue dimensioni culturali (locali e globali) se viene preso in considerazione come mero medium linguistico di comunicazione tra parlanti di diverse provenienze. Al contrario, la competenza interculturale dovrebbe entrare a far parte dell’insegnamento linguistico, accanto agli obiettivi di sviluppo delle abilità linguistiche, per poter meglio “contestualizzare la lingua”.
Un insegnante o un centro linguistico di qualità sono consapevoli di questo elemento ed effettuano un adattamento didattico dei materiali e delle attività per creare un ambiente di apprendimento nel quale gli studenti possano sperimentale la lingua straniera in diverse situazioni di comunicazione interculturale relativa a contesti professionali.
Tutti gli aspetti culturali della comunicazione come il protocollo, il tono della voce, la modalità di comunicazione non verbale possono entrare a far parte di un corso attraverso attività di simulazione e giochi di ruolo. Questi ultimi possono essere combinati con l’analisi di materiale audio-video, discussioni, dibattiti su come affrontare e risolvere criticità legate alla comunicazione interculturale. Per raggiungere questo obiettivo, l’autenticità e la validità dei materiali e delle risorse saranno fondamentali e per quanto possibile connessi con il contesto professionale di riferimento. La prossemica, i ruoli sociali, il senso dello spazio pubblico/privato, la diversa percezione delle gerarchie e molto altro dovranno essere oggetto di dibattito ed attività con l’obiettivo di creare situazioni comunicative ad alto grado di verosimiglianza.
Conclusioni
Prima dell’assegnazione ad un progetto o ad un cliente straniero, gli operatori nei mercati internazionali dovrebbero essere quindi forniti ed addestrati all’utilizzo delle competenze interculturali. Quando inseriamo queste ultime negli obiettivi dell’insegnamento linguistico, favoriamo la crescita personale e professionale di quegli individui che saranno in grado di compiere le mosse comunicative più efficaci nei contesti interculturali[2].
Articolo aggiornato il 10/04/2020
[1] Hofstede, G. 2003. Cultures and Organizations: Intercultural Cooperation and Its Importance for Survival – Software of the Mind, Profile Books, London.
[2] Balboni, P., 2002, Le sfide di Babele: Insegnare le lingue nelle società complesse, UTET Libreria, Torino.